lunedì 10 maggio 2010

La (prima) festa del Vino


Preambolo sotto il livello del mare, con tre tappe che ci hanno detto poco ma che qualcosa c'hanno detto. Tipo che gli italiani, Nibali a parte, si possono scordare di fare classifica. Che Evans vuole vincere il Giro ma c'ha una squadra ridicola alle spalle (oggi ha cercato di ricucire da solo il ventaglio che gli ha tolto la rosa). Che non c'è un re degli sprint (McEwan e Petacchi sono vecchi, i giovani sono troppo giovani, Farrar ha vinto senza avere una forma stellare).

Soffermiamoci su questo ultimo punto. Se non c'è una squadra che tira alla morte ad ogni tappa pianeggiante perché che non c'ha un Cavendish che non ne sbaglia una, tutte le squadre dovranno fare più fatica in vista delle montagne e anche nelle tappe piatte ci possono essere sorprese, con corridori mediamente veloci che cercheranno fughe da 15-20 ciclisti sperando di arrivare.

Ma soprattutto la tre giorni olandese c'ha detto che c'è un Vinokourov determinato e già in Rosa. Purtroppo per lui il percorso (più da alpinisti che da scalatori) non lo aiuterà. Da mercoledì parte il Giro vero con la crono a squadre. D'ora in poi si smette di giocare con zoccoli e mulini a vento. Si fa sul serio.

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