Ripubblichiamo un pezzo del 24 luglio 2009, uscito sul quotidiano l'Altro a firma Peppe Granato
Più forte del vento, degli avversari e degli scomodi compagni di squadra. Più resistente in salita, più veloce in discesa. Non crea problemi di affiatamento, resiste alle lunghe distanze e alla calura. Ieri, durante i 40 km della crono di Annecy, ad un certo punto si temeva la pioggia. Ma lui no, non temeva nemmeno quella. E infatti non ha sfigurato, offrendo uno spettacolo disumano che ha atterrito gli spettatori e annientato ogni speranza di chi avesse voluto prendere il suo posto. Scalatore inarrivabile, ma a questo punto ha dimostrato di saperci fare anche contro il tempo. Giovane, ma non così tanto da rischiare di perdersi negli anni. Una speranza per queste e le future generazioni di ciclisti. Non c'è una maglia da leader che non abbia vestito: amarilla, rosa, gialla. In una parola, anche se abusata, lo riconosciamo: dominatore.
Ora magari potreste pensare che ci stiamo riferendo a Contador, maglia gialla - giallissima - di questo Tour de France che sta volgendo al termine. A quel Contador che, a nemmeno 27 anni, “rischia" di fare poker andando a vincere il secondo Tour, il primo nel 2007, dopo aver messo già in saccoccia Giro e Vuelta. A quel ciclista spagnolo che ieri è riuscito a vincere pure su Fabian Cancellara, favorito d'obbligo nelle corse contro il tempo. A quel Contador capace di mandare in crisi di nervi e esistenziale sua maestà Lance Armstrong. L'americano ormai è fuori dai giochi, sia per la classifica generale che per la leadership della squadra, quell'Astana così imbottita di campioni da risultare ingestibile. Contador ha fatto pure questo. Oppure potreste pensare che i nostri elogi siano riferiti - per puro spirito patriottico - a Vincenzo Nibali (miglior italiano in classifica, fino a ieri poteva puntare al podio ma la crono lo ha distrutto)? Oppure a Rinaldinho Nocentini (maglia gialla per otto giorni per aver azzeccato la fuga giusta e poi tanto culo)? O a Pellizotti che si porta sulle spalle la maglia a pois e per difenderla attacca appena vede una collinetta?
No, noi ci stavamo riferendo al Cera, il nuovo prodotto dopante che sta sbaragliando ogni altro suo predecessore. Nel suo palmares figurano già campioni del calibro di Ivan Basso, Davide Rebellin e adesso pure Danilo Di Luca. Fino ad oggi questo Tour de France sembrerebbe pulito, ma non sarebbe la prima volta che le classifiche vengono riscritte quando i corridori sono già in vacanza o in pensione. Ti preghiamo, caro Alberto Contador: se anche te sei un fan del Cera, diccelo subito. Non ci importa, ormai abbiamo capito la sua forza attrattiva, pari quasi a quella della maglia gialle, verso voi ciclisti. Ma per una volta almeno vorremmo evitare di scrivere fiumi di parole per vederle poi smentite da un tribunale.
Più forte del vento, degli avversari e degli scomodi compagni di squadra. Più resistente in salita, più veloce in discesa. Non crea problemi di affiatamento, resiste alle lunghe distanze e alla calura. Ieri, durante i 40 km della crono di Annecy, ad un certo punto si temeva la pioggia. Ma lui no, non temeva nemmeno quella. E infatti non ha sfigurato, offrendo uno spettacolo disumano che ha atterrito gli spettatori e annientato ogni speranza di chi avesse voluto prendere il suo posto. Scalatore inarrivabile, ma a questo punto ha dimostrato di saperci fare anche contro il tempo. Giovane, ma non così tanto da rischiare di perdersi negli anni. Una speranza per queste e le future generazioni di ciclisti. Non c'è una maglia da leader che non abbia vestito: amarilla, rosa, gialla. In una parola, anche se abusata, lo riconosciamo: dominatore.
Ora magari potreste pensare che ci stiamo riferendo a Contador, maglia gialla - giallissima - di questo Tour de France che sta volgendo al termine. A quel Contador che, a nemmeno 27 anni, “rischia" di fare poker andando a vincere il secondo Tour, il primo nel 2007, dopo aver messo già in saccoccia Giro e Vuelta. A quel ciclista spagnolo che ieri è riuscito a vincere pure su Fabian Cancellara, favorito d'obbligo nelle corse contro il tempo. A quel Contador capace di mandare in crisi di nervi e esistenziale sua maestà Lance Armstrong. L'americano ormai è fuori dai giochi, sia per la classifica generale che per la leadership della squadra, quell'Astana così imbottita di campioni da risultare ingestibile. Contador ha fatto pure questo. Oppure potreste pensare che i nostri elogi siano riferiti - per puro spirito patriottico - a Vincenzo Nibali (miglior italiano in classifica, fino a ieri poteva puntare al podio ma la crono lo ha distrutto)? Oppure a Rinaldinho Nocentini (maglia gialla per otto giorni per aver azzeccato la fuga giusta e poi tanto culo)? O a Pellizotti che si porta sulle spalle la maglia a pois e per difenderla attacca appena vede una collinetta?
No, noi ci stavamo riferendo al Cera, il nuovo prodotto dopante che sta sbaragliando ogni altro suo predecessore. Nel suo palmares figurano già campioni del calibro di Ivan Basso, Davide Rebellin e adesso pure Danilo Di Luca. Fino ad oggi questo Tour de France sembrerebbe pulito, ma non sarebbe la prima volta che le classifiche vengono riscritte quando i corridori sono già in vacanza o in pensione. Ti preghiamo, caro Alberto Contador: se anche te sei un fan del Cera, diccelo subito. Non ci importa, ormai abbiamo capito la sua forza attrattiva, pari quasi a quella della maglia gialle, verso voi ciclisti. Ma per una volta almeno vorremmo evitare di scrivere fiumi di parole per vederle poi smentite da un tribunale.
Nessun commento:
Posta un commento