sabato 16 ottobre 2010
Di Luca, Torri e il Doping Legalizzato
Il primo incontro della Generazione di Peppe Granato con il doping penso sia stato alle Olimpiadi dei 1988: Seoul, orari impossibili, Ben Johnson il canadese di origine giamaicana che quando percorre i cento metri dalla partenza al traguardo muove i suoi muscoli che sembra una locomotiva. Uomo che nella finale batte Carl Lewis con irridente facilità facendo segnare al cronometro un tempo stratosferico, 9,79, eguagliato solo dieci anni dopo da un altro Canadese Donovan Bailey, ottenuto alzando un braccio.
Ben Johnson però è trovato positivo a tre diversi tipi di steroidi e la sua favola finisce.
Doparsi, assumere sostanze proibite per migliorare le proprie prestazioni sportive, pratica molto diffusa che ha fatto emergere scandali su scandali ma nessuno se n'è mai troppo interessato fin quando non ha colpito sport più popolari causando danni anche gravi agli atleti.
Di Doping nel Ciclismo ne sono pieni i libri di storia. Si narra che la prima morte accertata di un atleta imputabile al doping sia proprio quella di un ciclista, tale Arthur Linton, gallese, che morì in seguito allo sforzo eccessivo nella Parigi Bordeaux del 1886.
I campioni del ciclismo, chi più e chi meno, sono tutti stati protagonisti di qualche ritocco alle proprie pedalate.
Di nome di campione che è stato accostato al doping mi sento di farne uno solo perché si tratta di un mito senza paragoni: Eddy Merckx che al Giro d'Italia del 1969 fu fermato perché trovato positivo ad un controllo lasciando la kermesse fra scuse e pianti.
Nei tempi moderni tutti sono stati trovati almeno una volta con le mani nella marmellata, ripeto non ho intenzione di fare altri nomi perché riempirei pagine degne di un romanzo di David Foster Wallace, ma voglio approfondire semplicemente una questione che è venuta alla luce due giorni fa: lo sconto di pena concesso a Danilo Di Luca, corridore pescarese tutto cuore che ha fatto sognare i tifosi italiani nei Giri d'Italia dal 2005 al 2009.
Quel Danilo di Luca reso mitico da uno stile coriaceo e d'altri tempi, indimenticabile la cronoscalata Biella Santuario di Oropa del 2007, anno che vide la conquista della Maglia Rosa da parte del pescarese, che percorse, unico, con un normalissimo manubrio da corsa senza alcuna appendice.
Sempre pronto a scattare in montagna con azioni al limite del fuori di testa anche se colto da crampi per la troppa generosità.
Danilo Di Luca che saliva fianco a fianco con Lance Armstrong nel Giro d'Italia del 2009 esibendo entrambi i braccialetti della solidarietà: quello giallo dell'americano (Livestrong) e quello Rosa del Pescarese in sostegno alla popolazione terremotata de L'Aquila.
Quel Giro d'Italia lo vide secondo dietro il russo Denis Menchov ma soprattutto protagonista di uno dei tanti episodi di doping di quell'anno con la positività al CERA riscontrata durante una delle tappe. La conseguente squalifica avrebbe dovuto tenerlo fuori dalle competizioni fino a luglio 2011.
Notizia di due giorni fa: il Tribunale Nazionale Antidoping del Coni riduce la pena di 9 mesi e 7 giorni, permettendogli di correre fin dal giorno successivo. Motivazione, la sua collaborazione con la Procura della Repubblica di Padova in merito all'inchiesta sul doping. Danilo si dichiara contento di poter tornare subito a correre e nega di aver contribuito alle indagini facendo nomi, magari importanti. "Ho collaborato per il bene del ciclismo denunciando pratiche e metodologie, non ciclisti miei colleghi" dichiara Di Luca.
Quello che mi sento di dire è che fare dei nomi sarebbe stato fin troppo facile, bastava sparare nel gruppo, perché le parole del Capo della Procura Antidoping del Coni Ettore Torri ("Il doping andrebbe legalizzato") saranno impopolari ma non sono andate troppo lontane da una pratica già abbastanza diffusa.
Amareggiato spero che Danilo Di Luca ci torni ad emozionare come ha fatto negli ultimi anni della sua carriera, protagonista di Classiche e Grandi Giri, ma non posso nascondere che dopo il caso doping di Contador, ancora tutto da dimostrare, l'unica cosa che mi potrà stupire sarà un ciclismo ad armi pari, doping o non doping.
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