Coraggio, classe, sacrificio, generosità, spirito di squadra, sofferenza, eroismo e, perché no, sano gregariato. Parole che appartengono al lessico del ciclismo più che a quello di ogni altro sport. Da qualche giorno, grazie allo sforzo e all'inventiva di quella volpe di Riccardo Riccò, anche la parola “deficienza” può essere collegata alla nobile disciplina ciclistica.
Il Nostro è un abitué delle figurette. Nel 2008 si era fatto beccare al Tour de France bello imbottito di Cera, in seguito a tre tappe fiammeggianti in cui prima arrivava al traguardo schiumante come un cavallo e poi sparava a zero su chi lo accusava di doping. Risulato: Riccò e Piepoli, la sua chioccia, squalificati per due anni, condanna poi ridotta a 20 mesi. Circa un anno fa il ritorno alle corse, con pochi picchi, come la vittoria al Giro d'Austria nel Luglio 2010. In quell'occasione il giovine non si fece scalfire dalla spaccamento di faccia dovuto all'incidente con una motocicletta della Televisione Austriaca.
Oggi? È notizia del 6 febbraio del suo quasi suicidio colposo causa un'autotrasfusione che gli ha procurato un bel blocco renale.
Roba da professionisti dell'idiozia. Parliamoci chiaro, Riccardo Riccò ha alzato di un metro buono l'asticella della figura da Pirla, che annovera fra i partecipanti alla gara numerosissimi professionisti.
Pare che il povero Riccardo ad inizio preparazione si sia fatto un bel salasso per poi mettere il sangue in frigorifero, insieme alla birra e al polpettone del giorno prima. Domenica scorsa sarà stato il primo sole a fargli venir voglia di una bella botta di sangue pulito, così ha deciso di prendere la sua brava sacca dal frigo e farsi una pera di sangue rancido. Risultato? Ospedale, stato confusionale, visioni della madonna che piange liquirizia e quasi morte.
Ora. Peppe Granato non ha mai tuonato come tutti i suoi colleghi contro il doping, contro la furbizia, contro l'antisportività. Tutte robe che nel ciclismo, diciamocelo, sono sempre esistite.
Peppe Granato si trova a tuonare oggi contro l'idiozia. Ma ti puoi togliere sangue, conservarlo in frigorifero, magari in un barattolo vuoto di sottaceti e poi, invece di impiegarlo come sarebbe più lecito aspettarsi (cioè facendoci un buon sanguinaccio umano), ributtartelo nelle vene?
Complimenti Riccardo. Ci vediamo ai tornei di Briscola. Sperando che ti ricordi i segni.
mercoledì 9 febbraio 2011
Ma che bel Cervellone ha il nostro Riccardo Riccò
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