lunedì 4 aprile 2011
E meno male che c'avevano le radioline
Qualche tempo fa sembrava che gli stessero togliendo i mutandoni rinforzati dal sedere. Rivolte degne del miglior Masaniello e scenate degne di Cavallo Pazzo (pace all'anima sua): scioperi dei ciclisti, tappe a passo di lumaca, ciclisti tibetani che si davano fuoco ai piedi dell'Himalaya. Radioline sì, radioline no e le uniche corse vergini erano rimaste Strade Bianche ed Eroica. Al Giro delle Fiandre le radioline c'erano, ma c'era anche la voglia di vincere di notissimi esponenti del clan delle palle fumanti.
Morale: i ciclisti, di radioline e ordini dalle ammiraglie se ne fottono, tanto a farsi il culo a tarallo sul pavé ci sono loro, mica i Direttori Tecnici. Non si spiegherebbe altrimenti la mossa di Boonen di scattare portandosi appresso anche la rimonta di Cancellara, mentre il compagno di squadra Chavanel è in fuga solitaria. A Caval Fabiano non pare il vero: riprende l'avanguardista e ringrazia il vecchio Tom Naso d'oro Boonen senza neanche guardagli in bocca. Come da manuale anche le orecchie di Chavanel sembrano tappate quando negli ultimi chilometri invece di stare a sessanta all'ora per non far scattare nessuno, favorendo così la vittoria del veloce capitano Naso di Bronzo, si lancia nel suo sprint personale rimanendo bastonato dietro Nuyens.
Insomma, quando hai voglia di fare una rumba che manco Inzaghi in finale di Champions, al diavolo la radiolina, si va a vincere. E va bene così.
Oltre ai due citati capolavori di tattica, una delle più belle Fiandre degli ultimi anni c'ha proposto altre due perle di simile caratura. Quella di Husqvarna Cancellara che, partendo come non ci fosse un domani, stacca tutti dimenticandosi di bere. Il suo Ciao si ferma nel bel mezzo della fuga e la resa è inevitabile. Una scenetta simile l'avevamo già vista al Mondiale 2010. Male, molto male Fabian, non basta avere il motore di una fuoriserie: se rimani a secco nessuno ti cede il suo posto al distributore, soprattutto in tempi come questi. Il secondo capolavoro è stato di Ballan, che mette tutti i gregari a tirare come i pazzi e poi, nel finale, si ferma a rifocillarsi all'abbeveratoio dei ciuchi e non entra nei primi dieci. Però, che sia chiaro, secondo Gazzetta dello Sport si tratta di un rientro in grande stile per l'ex campione del mondo.
Vince, per la gioia di mister 60%, Nuyens bravo operaio del pedale che si era già dimostrato in forma nelle corse fiamminghe delle settimane precedenti. Perdono il superfavorito Motorino e il semi-favorito Naso di latta. Bravo Chavanel, un combattente vero che non ascolta le radioline e si merita il secondo posto.
E ora ecco la regina. Ecco la Roubaix. Peppe Granato ha un altro ciclista di sostanza, un altro maniscalco del movimento centrale, per cui tifare.
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E meno male che in molti non hanno ascoltato le radioline altrimenti non ci sarebbe stato un Fiandre così!!
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