sabato 11 settembre 2010

Chi la dura la Vince. La Vuelta


E speriamo che col salto della Palla Di Cannone sul traguardo di Burgos da oggi si possa dire addio alle tappe noiose di questa Vuelta che dire difficile da decifrare è parecchio sminuente anche nei confronti della Stele di Rosetta (come saprete molto cara ad Andy Schleck).
Ieri Mark CannonBall Cavendish ha stampato la sua doppietta sulla terra iberica e ora lui e quelli come lui si dovranno mettere da parte per una tripletta montana seguita dal riposo e dalla crono che deciderà i giochi di questa corsa che ancora non ha un Re ma che di consoli è piena.
Tre tappe di montagna, dicevamo, tre arrivi in salita, non come quelli del Tour che amano piazzare almeno ottocento metri di dislivello prima del traguardo delle tappe fondamentali.
A cominciare da oggi la Vuelta a España si svelerà: il primo arrivo che è previsto a Peña Cabarga dopo un'ascesa di circa sei chilometri e con gli ultimi seicento metri al 19% di pendenza media. Domani tappa altrettanto dura, nelle Asturie: 187 Km quasi tutti piani con un finale di 12,5 Km al 7%, mah questa è sicuramente la più abbordabile del trittico ma sicuramente i laghi faciliteranno i Mostri che hanno abusato del proprio corpo. Infine Lunedì (io non capisco cosa abbiano in testa 'sti spagnoli a mettere la tappa più bella della Vuelta al Lunedì, Boh!) con l'arrivo inedito di Cotobello.
Tre tappe di montagna che falcidieranno le gambe dei migliori in attesa della crono che deciderà la Vuelta. I favoriti sono sicuramente quelli di testa, Anton (vediamo di che pasta sei fatto), Nibali, (è arrivata l'ora di attaccare compare), Tondo (è salita la Bomba?), Rodriguez (è finita la Benzina?).
Bisognerà anche ritrovare, poi, tutti quelli arrivati in Spagna (almeno questo giro si è svolto tutto in terra madre senza digressioni nordeuropee) sicuri di fare man bassa: Menchov s'è fermato a mangiare la Papas Bravas in una friggitoria di Torremolinos, Frank Schleck si starà sentendo costantemente con Contador per capire come riuscire a leccargli il deretano a distanza, Sastre non c'ha l'età, Luis Leon Sanchez è ancor a digiuno di Jamon Pata Negra di cui va ghiotto.
Direi che ci siamo, se la Vuelta si confermerà terreno fertile per la prova di droghe di nuove generazione, come lo è stata negli ultimi anni, direi che in questi tre giorni, dopo le palle di cannone, vedremo anche le scintille e i tric e tracche!

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