sabato 18 settembre 2010

Il segno di Nibali sulla Vuelta a España


È calato il sipario sulla Vuelta a España e come al solito al vostro caro buon vecchio Beppe Granato ci vuole un po' per digerire la corsa e sputare le sue classiche sentenze.
I discorsi sono stati molto incasinati ma ciò nonostante abbastanza chiari, la corsa ha visto sul palcoscenico uno stallo alla messicana con protagonisti Joaquim Rodriguez a.k.a el Purito, Ezequiel Mosquera a.k.a. lo Yeti, Vincenzo Nibali a.k.a. lo Squalo.
Scontro a tre fin dalle prime curve dove lo sceriffo El Purito sembra sui Pirenei poter imporre la sua legge e fare piazza pulita di tutti quelli che cavalcano alle sue calcagna, nonostante qualche piccola comparsata del pard Igor Antòn che cade sul campo dopo un ottimo inizio.
Dall'altra parte c'è un attempato cacciatore di taglie che nonostante la sua provenienza da terre baciate dal sole non ha problemi nelle fresche salite delle Sierre, Ezequiel Mosquera lo chiamano Yeti ed è un nome che non dice nulla di buono. Infine c'è il Killer straniero, quello che incute timore in tutte le terre dell'ovest, lo chiamano lo Squalo per la sua freddezza e precisione in attacchi ad alto tasso di consapevolezza assassina.
Le tappe fondamentali di questo scontro sono state fondamentalmente due: la cronometro di Penafield e la salita di Bola Do Mundo.
La cronometro è stata fondamentale con il ferimento mortale di purito e la paura dello yeti entrambi sovrastati dalla velocità di Nibali che ha imposto fatto sentire il peso del suo piombo prendendosi la Maglia Rossa e distanziando i contendenti.
Ma probabilmente la predominanza sul campo non era ancora ben chiara e lo scontro finale ci sarebbe stato alle cinque di pomeriggio dsi Sabato 18 Settembre sul traguardo della salita più temibile: La Bola do Mundo.
Tutto fila lisco fin quando il terreno non si fa irto e difficoltoso, la Bola do Mundo è famosa per i suoi sei chilometri cementati con pendenze che farebbero impressione anche ad una sciovia. Qui i tre contendenti mettono mano alle pistole e tirano su il cane pronti a sparare:
parte forte il cacciatore di taglie che scatta in maniera impressionante nei primi cento metri colpendo a morte un purito, che non si riprenderà più, e facendo capire allo squalo che questa Bola è troppo stretta per tutti e due. Lo Yeti sale ma un Bounty Killer sa aspettare il momento giusto per freddare il suo avversario, lo segue del suo passo, sbuffa, si stanca, ma ha una consapevolezza: la sua pistola è calda e fumante e non spara a salve ma è letale e precisa.
A meno di un chilometro dall'arrivo lo squalo raggiunge lo yeti con una pallottola che sa di argento, ma preferisce non finirlo, gli da la soddisfazione di rimanere in piedi all'ultimo duello. Ma il vincitore è Vincenzo Nibali che cementa, è il caso di dirlo, il predominio della corsa a tappe Spagnola indossando la Maglia Rossa e offrendo da bere a tutti nel Saloon di Madrid.
Un piccolo accenno ai corridori che non sono riusciti a far parte del duello:
Carlos Sastre ha avuto grossissimi problemi di Vecchiaia, Denis Menchov ha dichiarato di essere venuto in Spagna solo a fare una passerella e a cercare di vincere la cronometro, dove però è stato bastonato da Peter Velits Giovane straniero dagli occhi di ghiaccio, Frank Schleck pensavamo tutti potesse fare qualcosa di più ma evidentemente i fratelli Schleck Cuore d'Oro quest'anno non erano stato programmati per vincere alcun giro ma solo per lustrare gli stivali dei vincitori.

2 commenti:

  1. Un'osservazione. Nibali alla Vuelta e Contador a Tour vincono senza nessun trionfo di tappa; al Giro Basso ne vince solo una. Chi punta al successo nei grandi giri punta più sulla regolarità e sul succhiaggio di ruote invece che sull'impresa che fa classifica. Peccato, ne perde lo spettacolo e la costruzione di personaggi che scaldano veramente il tifo.

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  2. Non ti preoccupare Nocciolo. A scaldare il tifo ci pensa Andy Schleck con le sue sbronze!

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