lunedì 6 febbraio 2012

Andy piange da mamma Uci ed è subito Tour



Una volta mi capitò di vincere alla pesa del maiale. Era la primavera del 1958 mi trovavo a seguire una corsa minore giovanile, nel frusinate. Capitai per caso in un paesello in cui si svolgeva una sontuosa Sagra del Maiale. Il cappellano del paese raccoglieva le previsioni di pesa e le annotava in un quaderno sudicio. Alla fine il prete, la più alta autorità presente il loco, pesò quel maialetto nero dei Monti Lepini e decretò il vincitore. Nessuno ebbe a ridire, anche se il Vostro era l'unico forestiero a partecipare. Ecco, mi piacerebbe nel ciclismo moderno un'organizzazione competizione seria, semplice e indiscutibile. Come era quella della pesa del maiale.

La squalifica di Contador arriva oggi, a quasi due anni dai fatti. È una squalifica retroattiva, che cancella i trionfi del Tour 2010 e del Giro 2011. Il pistolero venne pizzicato positivo proprio alla Grande Boucle. Appelli, ricorsi, controricorsi, indagini, carne avariata, menti annebbiate, la sentenza arriva oggi. 

Intanto Contador ha corso un altro Tour e vinto un Giro d'Italia. Il ciclista più forte in circolazione ha partecipato alle due più importanti corse a tappe del globo senza che si sapesse se poteva farlo a meno. Occhio di bue puntato sui protagonisti delle vicenda: i grandi capi dell'Uci, senza dubbio la schiera degli angeli celesti del paradiso dell'approssimazione.

Oggi il Giro d'Italia 2011 non è mai stato corso. È inutile dire che l'ha vinto Scarponi. Lo sa benissimo anche lui che non l'ha vinto. Non s'è messo la maglia rosa a Milano, non s'è sentito urlare per le strade come solo quando passa la maglia rosa succede. Non l'ha vinto. E non l'ha vinto nemmeno Contador. Il giro d'Italia 2011 non è mai esistito. Chi è salito per montagne a vedere arrancare il plotone, chi ha aspettato a valle per ore il passaggio dei ciclisti ha perso tempo. Era una gara finta, nulla, inesistente, fuffa, una gita in bicicletta. La colpa di questo disastro non è di chi ha o meno imbrogliato, la colpa è di chi fa, o non fa le regole. Non c'è da cercare responsabilità tra provette e direttori sportivi; la responsabilità dell'inutilità del Giro 2011 sta dietro giacche e cravatte rintanate in Svizzera.

Allo stesso modo, il Tour 2011 non è mai esistito. Va bene, non l'ha vinto Contador, ma tutti i suoi avversari correvano su di lui. Su di lui che, semplicemente, non c'era. Anche questa corsa è una corsa che mai si è corsa. 

La considerazione che mi viene, poi, è che cancellare Contador dagli albi d'oro del 2011 è una bestemmia. Sarà anche stato colpevole nel 2010, che vide la sua vittoria in un Tour tutt'altro che spettacolare ma nel 2011 di controlli ne ha ricevuti e più degli altri. E ogni volta che il suo sangue finiva sul vetrino del microscopio, i camici bianchi di tutta Europa facevano a gara per scovare quel 0,00000000005 di clenbuterolo che avrebbe fatto diventare recidivo il peccato del Churrasco.


La squalifica andava data subito: la sentenza sarebbe comunque stata criticabile ma solamente per un giudizio soggettivo e non per una oggettiva procrastinazione.

Una parolina dolce per quel Cervellone di Riccardo Riccò che dal suo studio campeggiato da una laurea in autotrasfusione tuona: "Contador sarà pure forte, ma chi sbaglia deve pagare". Certo Riccardino, ma per te sta pagando tua madre ché ogni volta che apri bocca viene assalita dall'ulcera da disperazione per aver messo al mondo un figlio opportuno come un rutto in faccia alla bella del paese, nel bel mezzo di quella Sagra del Maiale nel frusinate.

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