Il ritardo da quel succhiarote di Luis Leon Sanchez, vincitore della tappa e superstite della fuga di cui anche Johnny faceva parte, è di diciotto minuti, non pochi ma comunque meno di quelli del gruppetto dei velocisti fighetti.
Con trentatre punti sulla pelle, undici in più di quelli che gli permettono avere sulle spalle la maglia, è risalito in bici e arriva al traguardo ogni giorno, per onorare un simbolo.
Sangue, sofferenza e fatica, Johnny Hoogerland è un monumento al nostro sport, più dei Contador, degli Schleck e dei Cancellara di turno che animano proteste solo per le cadute di un parigrado.
Sangue, sofferenza e fatica, Johnny Hoogerland è un monumento al nostro sport, più dei Contador, degli Schleck e dei Cancellara di turno che animano proteste solo per le cadute di un parigrado.
I capetti, infatti, alla caduta del vecchio Vinokurov hanno tirato giù una rivolta che neanche Masaniello, tutti avanti a frenare il gruppo, non fosse mai rimanga indietro il Paperone del plotone. La scusa non tiene e allora Cancellara torna nelle retrovie e Gilbert mette alla frusta i suoi compagni di squadra che la fuga mica per forza deve prendere 20 minuti, ma neanche 5. Quando invece Flecha e Hoogerland sono stati schiantati nei campi dalla macchina della TV1, impossibile che questi non ne facciano mai una giusta, il gruppo non ha fatto una piega, anzi giù a tirare a tutta e a sverniciare gli sventurati senza neanche un "Come va, vecchio!"
Oggi c'è il Tourmalet, il mostro Pirenaico. Hoogerland non vincerà, ma il fiato vinoso di Peppe Granato sarà solo per lui.
Oggi c'è il Tourmalet, il mostro Pirenaico. Hoogerland non vincerà, ma il fiato vinoso di Peppe Granato sarà solo per lui.
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